domenica 29 gennaio 2017

Tjukurpa e Daidirri di Clara Orlandi

Tjukurpa e Daidirri di Clara Orlandi
Personale di Clara Orlandi 
Orario: tutti i giorni: 9.30-13.30 - 15.30-19.00 
(Domenica 5 Febbraio Chiuso)
Vernissage ore 19.00 di Venerdì 27 Gennaio
Interventi musicali dal vivo 
e la partecipazione dell'attrice Aurin Proietti
Segue Cocktail (ingresso libero)

Tjukurpa e Daidirri nelle opere di Clara Orlandi a cura di Auro

Hara Holisticartsacademy

via dei Salumi, 51, 00153 Roma
Giovanna Canzano - Clara Orlandi
Giovanna Canzano - Clara Orlandi - Aurin Proietti
Tjukurpa e Daidirri nelle opere di Clara Orlandi a cura di Auro

Clara Orlandi attraverso questa Mostra ci introduce nel mondo fantastico del “Daidirri” . Una mostra-evento che vuole essere un omaggio a questo popolo, al popolo del “Tjukurpa ovvero Tempo del Sogno”.
Lei stessa all’inizio del suo brevissimo racconto autobiografico afferma: “le mie tele raccontano storie: storie che sono in cammino, proprio come il walk-about degli aborigeni; si svolgono nel momento stesso in cui acquistano forma mentre si muovono sulla tela”. L’arte aborigena sebbene molto distante dalla cultura orientale, ha qualche riferimento con l’arte zen del Sumi-e cino-giapponese. Il Sumi-e non è solo un’arte pittorica, come si intende in occidente, ma è uno strumento per entrare in sintonia con le leggi della natura e con le leggi dell’Universo; proprio come l’arte aborigena che della natura ne fa una convivenza strettamente legata alle sue leggi, un riscontro di due poli opposti del pianeta, che converge nello stesso percorso.
Clara Orlandi - Aurin Proietti
Infatti l’arte aborigena (“aborigeno” deriva dal latino ab origine e significa “fin dall’origine”) è un linguaggio che riflette anch’esso le leggi della natura in assoluta sintonia con le leggi dell’universo, e nella sua immensa e antica conoscenza esprime i suoi 50.000 anni di storie e di simboli sempre legati al vissuto della loro terra. Là dove il rapporto con la natura è diretto e profondamente viscerale e, Clara Orlandi ha saputo interpretarlo con quello spirito di ricerca interiore, come fece Antonin Artaud nella narrazione del suo incontro con gli indios in Messico “Nel paese dei Tarahumara” o ancora più direcente Marlo Morgan, nel suo romanzo autobiografico ambientato nell’Australia degli aborigeni: “E venne chiamata Due Cuori”. Una ricerca interiore che solo pochi sanno interpretare come veicolo–guida per un raggiungimento spirituale. Da qui nasce per questa artista un “viaggio” le cui radici solcano storie lontane, molto diverse dalla nostra cultura. Lei entra in sintonia con un mondo totalmente diverso dal nostro, quello dell’arte aborigena, un mondo che apparentemente non gli appartiene, ma che si rivela, attraverso particolari esperienze, narrate da lei stessa nel libro “Il Sole abita Uluru” un mondo pieno di immagini e simboli che nell’essenza della sua ricerca rappresentano l’archetipo della sua vita. Sono storie che scaturiscono da una natura incontaminata fatta di racconti, di segnali e di rituali, con cui e da cui è possibile intraprendere un cammino dove il “perdersi” è sinonimo del ri-trovarsi. Una grande sfida poiché la pittura di questa artista è espressamente indicativa di un cammino dove la mente si libera dalle congetture accademiche con il fine di rinnovarsi e rigenerarsi ogni volta diversa. Una pittura viva, con colori che danzano, cineticamente vibranti, sempre in movimento espansivo. Una pittura che ti invita ad entrare dentro un percorso sacro, dove non ci sono limiti, un percorso che chiamerei “iniziatico” dove riscoprirsi, a volte bambini, gioiosi e spensierati.

 Clara Orlandi - Aurin Proietti
Antonio Biondi - Clara Orlandi - Aurin Proietti
Antonio Biondi - Clara Orlandi - Aurin Proietti

Nelle opere di Clara si avverte molto chiaramente che nel dipingere non ci sono ripensamenti o incertezze, ma semplici riferimenti con quel mondo antico, dove c’è una verità nascosta che ognuno di noi può riscoprire proprio attraverso questi suoi racconti. Un linguaggio che l’artista ha personalizzato fino a identificarlo con il suo mondo interiore. L’arte aborigena per lei è un riferimento specifico per ri-muovere quelle identificazioni spirituali del suo “Dreamtime” e finalmente esprimerle sulla tela con fervente passione. Il suo modo e la sua ricerca di accostarsi con devozione all’arte aborigena le ha permesso di reinventare una storia, una loro storia, che è anche una sua storia, poiché lei riscopre attraverso questo stile e con questa tecnica, la sua maschera, il suo idolo, il suo totem, la sua “spirale”, tutte immagini che fanno parte di un risveglio personale con il fine non ultimo di viaggiare sempre in sintonia con il Tjukurpa, (Dreamtime o Tempo del Sogno) e il Daidirri, Silenzio profondo, silenzio spirituale, il silenzio che parla.
 Eleonora Mingoia - Giovanna Canzano - Clara Orlandi
 HARA ACADEMY (alcune foto della Mostra di Clara Orlandi




  HARA ACADEMY (alcune foto della Mostra di Clara Orlandi scattate da Alessandro Santamaria F.) Grande affluenza di pubblico ieri sera nel Vernissage della Mostra di CLARA ORLANDI esaltata da una Performance introduttiva con il bellissimo intervento della Voce narrante di 
Aurin Proietti.Clara Orlandi ha condotto poi tutti i presenti in una sorta di "percorso iniziatico" spiegando loro il significato e l'importanza delle sue opere come elementi rituali e magici, e nel "percorso" il suono evocativo del Didgeridoo del musicista Antonio Biondi di Ancona ha rricchito ulteriormante la magicità delle opere. 
Grazie Clara di questo bellissimo evento e grazie al musicista Antonio, ad Aurin e ad Alessandro Santamaria, a Giovanni Del Savio a Eleonora Mingoia, a Giovanna Canzano e a tutto lo staff operativo.
Una Mostra che ci introduce nel mondo Magico del TJUKURPA  E DEL DAIDIRRI, una Mostra che vuole essere un omaggio a questo popolo, al popolo degli Aborigeni australiani del loro “Tjukurpa ovvero Tempo del Sogno” e Daidirri il silenzio profondo, un silenzio spirituale, il silenzio che parla. 
La Mostra resterà aperta fino al 9 di Febbraio.
Se volete incontrare l'artista telefonate al n. 065806335
Orario: tutti i giorni: 9.30-13.30 - 15.30-19.00
(Domenica 5 Febbraio Chiuso)






Clara Orlandi nasce a Roma il 22 marzo 1947, da sempre si è posta come scopo principale della sua vita la ricerca del sé. Ha viaggiato molto e incontrato culture e filosofie diverse, fino a che la semplice ingenuità e la poesia del mondo degli aborigeni australiani hanno lasciato un’impronta indelebile nella sua anima. Si diploma in Missiologia, summa cum laude, per lo studio e il metodo della scienza delle religioni presso la Pontificia Università Gregoriana e
raccoglie, durante i frequenti viaggi, storie, impressioni, espressioni dei popoli secondo una sensibilità interreligiosa e interculturale. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie: Movimento d’Ordine e Armonia, Tenera Foglia, con Universo Multiverso, poeti italiani contemporanei (ed. Libro Italiano) ottiene il premio nazionale Selezione Poesia 2010, L’Antologia Ritmi Poetici (S.D. collezioni editoriali). Un solo romanzo: Il Giardino di Orito, sulla Via dei Kami tra Edo e Fushimi Inari (Albatros) ed è curatrice de I Tratti dell’Anima di Francesca Benedetti (Gangemi editore). Per il mondo aborigeno: Il Sole abita Uluru, Australia fra Oriente e Occidente (Ed. Settecittà) e il saggio Iniziazione al mondo degli Aborigeni (Ed. Mediterranee), Un solo Dio per benedettini e Yuat Nyoongara? (Ed. Pontificia Università Gregoriana) le conferisce il titolo di Researche Scholar and Writer area tribes in Australia. Aborigeno con gli Aborigeni per l’evangelizzazione in Australia che fa parte di Atti e Documenti n.32 del Pontifico Comitato di Scienze Storiche (Libreria Editrice Vaticana), Rudesindo Salvado, un missionario fra gli Aborigeni Australiani (Urbaniana University Press).

Le mie tele raccontano storie: storie che sono in cammino, proprio come il walk-about degli aborigeni; si svolgono nel momento stesso in cui acquistano forma mentre si muovono sulla tela. Uso lo stesso metodo di quando scrivo storie sulla carta. C’è solo un’idea iniziale ma, poi, la penna o il pennello sembrano acquisire una vita propria; oggetti che hanno un’anima. Così come si ‘dipingono’ pensieri sulla carta, nello stesso modo, si ‘scrivono’ storie sulla tela. Queste storie raccontano sempre di un sogno, di una visione onirica, a volte, del compimento di un’ottava. I colori e le forme si attirano fra di loro senza uno schema preciso, una sorta di alleanza spontanea, sembra si parlino con un linguaggio segreto che solo loro conoscono. Quando porto una storia sulla tela, porto e stessa. Mi preparo come se andassi ad un incontro galante, cerco di ‘mettermi bella’ per questo incontro con lo Spirito della pittura. E’ per me un momento intimo che rimane fra le mura di casa mia. Col bel tempo mi trovate all’aperto fra le piante del minuscolo giardino-balcone, d’inverno sul tappeto del mio studio. Nessun cavalletto: è più comodo stare a terra in modo che il quadro possa girare liberamente. In quanto ai miei attrezzi da lavoro, farei rabbrividire chi di pittura se ne intende davvero!
E’ solo grazie alla sensibilità di Aurelio Auro e alla spinta della mia amica Eleonora Mingoia che ho deciso di portarvi nel mio mondo del Daidirri* aborigeno.
Tjukurpa, Dream time o Tempo del Sogno Daidirri, Silenzio profondo, silenzio spirituale, silenzio che parla. Clara Orlandi.