GIUSEPPE AZIZ SPADARO - BACCANALE PRIVATO

GIUSEPPE  AZIZ  SPADARO 

BACCANALE  PRIVATA

Giovanna Canzano  -  Giuseppe Aziz Spadaro

CULTURA

PRESENTATO 10 APRILE

PRESSO

L'AULA MAGNA DI PALAZZO SORA

IL LIBRO BACCANALE PRIVATO

DI GIUSEPPE AZIZ SPADARO

EDIZIONI STUDIO TESI 

SONO INTERVENUTI: SABINO CARONIA, PLINIO PERILLI E IL MODERATORE E. MERCADANTE.

GIUSEPPE AZIZ SPADARO, CERCA NEI SUOI TESTI DENSI E DRAMMATICI, UN LINGUAGGIO BEN LONTANO DA QUELLO UTILIZZATO DAI POETI D'OGGI.

L'AUTORE USA LINGUAGGI DIVERSI PER DARE UN SENSO, A QUELLO CHE L'UOMO CREA DI VOLTA IN VOLTA PER CERCARE DI DIRE L'INDICIBILE: CREANDO IN QUESTO MODO NUOVE SINTESI VERBALI E FIGURATIVE. 

LA VITA PER L'AUTORE HA SENSO SOLO NELL'ATTESA: "ATTESA" CHE GLI SI RIVELI IL "SENSO".

EGLI HA INFATTI INDAGATO, CON IMPEGNO ECCEZIONALE, I LIBRI DELLA SAPIENZA TEOLOGICA BIZANTINA IN UN CONFRONTO CRITICO E APPASSIONATO ATTRAVERSO LE CONQUISTE DEL PENSIERO.

IL POETA FILOSOFO PARLA CON AMARO SARCASMO DI SE, VIVENDO UN SUO "BACCANALE PRIVATO" CON LA SPERANZA DI GIUNGERE ALL'IMPRESA DISPERATA, CUSTODENDO FRA LE MANI IL LIBRO TIBETANO COME GUIDA PER L'IGNOTO.

CITIAMO, ESTRAPOLANDO DA UN BRANO, LE SEGUENTI RIME:

"..CE L'INSEGNA PLUTARCO 

IL METODO EFFICACE E SBARAZZINO

PER GABBARE LE POTENZE 

CHE CI ASPETTANO AL VARCO".....

(ENRICA MALATESTA)

Testi densi e drammatici, non soltanto nella loro protesta giobbica o prometeica, ma anche e forse più, nell’acre sarcasmo che li accompagna, nel vigore di un linguaggio ben lontano da quello utilizzato dai poeti che accade oggi di leggere. Quella del linguaggio sarebbe una chiave di lettura, ma riduttiva rispetto alla tensione di un’anima che contesta l’assurdo, dalla complessità ricca e tormentata. E un libro come questo svela subito la tensione trascendente che lo contrappone al minimalismo oggi dominante. L’autore cerca un “senso”. I linguaggi diversi, che l’uomo ha di volta in volta creati per tentare di dire anche l’indicibile, si offrono così in nuove sintesi verbali e figurative. La vita ha senso per lui solo nell’“attesa”. Nell’attesa che gli si riveli il “senso”? L’attitudine riflessiva del poeta filosofo lo porta a parlare con amaro sarcasmo di se stesso, “uno scavezzacollo, / avvezzo a danzare sul ciglio / del baratro”. Egli scrive, anzi vive, un suo “baccanale privato”, aspettando d’intraprendere “l’impresa disperata / tenendo in mano il Libro Tibetano / come guida per l’ignoto”. (Giuseppe Aziz Spadaro)